Il 12 giugno 2018, in occasione del summit annuale di Wind Europe ad Amburgo, è stato firmato l’accordo finale per la costruzione di un ampio parco eolico in Kazakhstan tra il presidente dell’azienda francese GE Renewable Energy, Jérôme Pécresse, e Luca Cosentino, rappresentante dell’Eni, alla presenza del Ministro dell’Energia kazako Kanat Bozumbayev. [1] L’accordo iniziale per lo sviluppo congiunto di progetti di energia rinnovabile nel Paese era stato siglato nel giugno 2017 nel contesto dell’Expo nella capitale kazaka a tema “Future Energy”, manifestazione che si poneva come questione centrale assicurare un accesso sicuro e sostenibile all’energia per tutti, riducendo le emissioni di CO2. [2] Dopo più di un anno dall’avvio del progetto - il primo della strategia di investimento quadriennale di Eni sull’energia rinnovabile (solare, eolico ed ibrido) dal valore di 1,2 miliardi di euro - la costruzione dell’impianto da 50 MW sta proseguendo secondo la tempistica stabilita, con la fine dei lavori prevista verso la fine del 2019. [3] La firma del Memorandum of Understanding tra le due società ha dato vita ad una Joint Venture denominata ArmWind LLP, impegnata nello sviluppo di tale progetto.
Il parco eolico di Badamsha è situato nel Kazakhstan settentrionale, nella regione della città di Aktobe, e rappresenta per entrambe le aziende europee coinvolte il primo investimento eolico su larga scala nel paese; come affermato dal presidente di GE: “Badamsha rappresenta il nostro primo progetto eolico sia con Eni sia in Kazakhstan. Siamo estremamente orgogliosi di lavorare al fianco di Eni in questo importante momento per l’azienda e per l’intero settore energetico in cui GE Renewable Energy gioca un ruolo di aggregatore per favorire una migliore sinergia tra le nostre aziende”. [4] A livello di impatto, il parco sarà costituito da 13 turbine eoliche onshore dalla potenza di 48MW totali, che permetterà un aumento previsto del 25% del totale dell’energia eolica prodotta in Kazakhstan. [5] Questo progetto rappresenta un passo in avanti molto significativo nel contesto della strategia di decarbonizzazione e di sviluppo dell’economia circolare sostenuta da Eni ormai da cinque anni. [6]
L’Eni, società integrata dell’energia italiana e diffusa in oltre 70 paesi del mondo, è presente in Kazakhstan sin dai primi momenti dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e rappresenta ancora oggi una delle aziende straniere più importanti del paese con un investimento superiore a 15 miliardi di dollari. L’azienda coopera con la compagna nazionale kazaka KMG (KazMunayGas) nell’esplorazione dell’area di Isatay, ed ha interessi diffusi in tutto il paese: “Eni holds stakes in both the Karachaganak gas field and the Kashagan oil and gas fields. Kashagan is reputed to be the world’s largest discovery in the last 30 years. At the same time, Eni holds a 16.81 percent interest in the North Caspian Sea Production Sharing Agreement that defines terms and conditions for the exploration and development of Kashagan field.” [7] Per quanto concerne l’interesse dell’azienda in merito alle energie sostenibili, Eni ha creato nel 2015 una sub-unità aziendale denominata Energy Solutions, dedicata allo sviluppo della ricerca e della collaborazione con altri soggetti economici in tema di promozione dell’energia rinnovabile, con la finalità di ridurre le emissioni di CO2 e di sostenere l’accessibilità all’energia soprattutto nei paesi meno sviluppati in cui opera. [8]
GE Renewable Energy, l’altro attore coinvolto nel progetto di Badamsha, è un’azienda francese impegnata nella diffusione di prodotti energetici e servizi digitali nel settore delle energie rinnovabili. [9] Lavorando a livello globale, ha contribuito all’installazione di numerosi impianti dedicati ad una crescita del sistema energia mondiale rivolta alla sostenibilità, con un’attenzione
Accanto a questo tipo di riforme, il paese si sta anche impegnando notevolmente per quanto riguarda l’ecologia e le fonti di energia sostenibile: un esempio concreto e di respiro internazionale è stata l’Expo del 2017 nella capitale kazaka, dedicata appunto alle fonti di energia sostenibile. [10] A prescindere dalla fredda risposta data dalla popolazione kazaka rispetto alla manifestazione e all’ingente investimento finanziario statale che è stato utilizzato per questo progetto, il risultato in termini promozionali è stato sicuramente notevole e più che positivo. [11] Tuttavia, anche a livello internazionale non sono state assenti le critiche. Principalmente, è stato messo in questione il carattere contraddittorio della manifestazione, basata sullo sviluppo delle energie sostenibili, in quanto il Kazakhstan è effettivamente uno dei principali fornitori di risorse minerali e petrolifere non raffinate del mondo. Inoltre, il paese risente ampiamente di problemi ecologici e ambientali quali, ad esempio, un elevato livello di inquinamento dell’aria, l’assenza diffusa di mezzi di riciclaggio e aree di territorio molto vaste intensamente inquinate.
Tra le motivazioni che hanno spinto il governo kazako a promuovere iniziative rispetto a queste tematiche, oltre al grande attivismo sociale della popolazione, vi è sicuramente il fatto che tale problematica limita molto l’attrattività del paese a livello estero, specialmente in ambito turistico, settore che tra i primi rientra ampiamente nei piani di sviluppo del paese. Per questo motivo, il progetto di Eni si allinea in pieno con gli obiettivi strategici governativi, che riflettono peraltro le principali tematiche di recente discussione a livello globale rispetto all’allerta ambientale che sta animando il dibattito internazionale.
Alla luce di questi fatti, il parco eolico di Badamsha si prospetta strategicamente rilevante su diversi livelli: non solo permetterà ad Eni di promuovere il proprio progetto sulle energie sostenibili e di differenziare il proprio portafoglio prodotti, ma sarà anche un ambizioso esperimento pilota per un futuro aumento degli investimenti esteri in ambito di rinnovabile in Kazakhstan. Parallelamente il governo, oltre all’azione di country branding svolta nel sostenere la costruzione del parco e pubblicizzandolo a livello internazionale, ha anche agito con l’interesse di riscuotere consensi anche a livello di società civile, da sempre molto critica rispetto alla questione ecologica e sanitaria del paese – in particolare dopo Expo:
“Kazakhstan will use a technology showcased at the EXPO 2017 exhibition in Astana to construct the wind power plant: <In general, six innovative technologies [exhibited] at the EXPO-2017 have already been introduced in the region,> read a statement released by the regional municipality and published by Interfax.” [12]
Al contempo, grazie a questo progetto pilota di una strategia ben più ampia si prospetta anche una intensificazione delle relazioni tra l’Italia ed il paese dell’Asia Centrale, basato sull’aumento degli investimenti diretti esteri, lo scambio di tecnologia e macchinari, della forza lavoro e delle competenze tecnologiche e commerciali tra i due paesi.