Tra il 13 ed il 14 giugno si è tenuto a Bishkek (Kirghizistan) il diciannovesimo summit annuale della Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), l’alleanza securitaria ed economica eurasiatica nata nel 2001 tra Cina, Russia, Kirghizistan, Kazakhstan, Uzbekistan e Tagikistan. A partire dal 2017, sono stati coinvolti come membri effettivi anche Pakistan ed India e vi sono inoltre altri quattro paesi con lo status di osservatori (Afghanistan, Iran, Mongolia e Bielorussia) e sei nel ruolo di partner (Armenia, Azerbaigian, Turchia, Nepal, Cambogia e Sri Lanka).
Quest’anno l’incontro tra i leader e i rappresentanti di questi stati risulta essere particolarmente importante per via delle intricate situazioni geopolitiche che coinvolgono i membri dell’Organizzazione. In primis, si è intensificata sempre di più la guerra commerciale sino-statunitense; inoltre, il summit ha rappresentato la prima opportunità per i leader dell’India e del Pakistan di incontrarsi dopo gli scontri dello scorso febbraio, sebbene nessun incontro ufficiale sia stato programmato tra i due capi di stato [1]. Infine, è possibile asserire che uno degli obiettivi principali dell’incontro sia stato, da parte di Cina e Russia, quello di impostare un allineamento generale delle posizioni dei paesi membri riguardo diversi argomenti, in vista del G20 in Giappone previsto alla fine di giugno [2]: “We attach special importance to SCO in promoting multilateral, political, security, economic and people-to-people interaction in the region [3].” Infatti, specialmente a seguito dell’intensificazione della collaborazione tra Mosca e Pechino non solo in campo economico, ma anche politico e militare, la SCO ha assunto un ruolo strategico nella definizione delle convergenze politiche degli stati membri anche a livello extra-regionale (ad esempio, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite) [4].
Partendo da una analisi dei risultati strategici ottenuti rispetto agli accordi che erano stati presi lo scorso anno a Qingdao, in Kirghizistan i capi di stato hanno individuato una serie di elementi strategici rispetto ai quali si è dibattuto durante i due giorni di summit e rispetto ai quali è stata firmata la Dichiarazione di Bishkek [5].
Tra questi, la questione della sicurezza da sempre riveste una valenza prioritaria nel summit della SCO. Per quanto riguarda il tema del terrorismo infatti, gli stati membri hanno confermato l’urgenza per tutta la comunità internazionale di impegnarsi in accordo ai principi del diritto internazionale e dello statuto delle Nazioni Unite, sottolineando inoltre l’importanza dell’adozione della Comprehensive Convention on International Terrorism (CCIT), proposta per la prima volta dall’India all’ONU negli anni Sessanta [6]. Il leader kirghiso Jeenbekov, al seguito di un incontro con il leader di Pechino, ha inoltre affermato che Kirghizistan e Cina condividono la medesima posizione di avversione rispetto a tre minacce: il terrorismo, l’estremismo ed i separatismi [7]. Altro atto di notevole importanza è stato quello di affermare, attraverso la Dichiarazione, la volontà di mettere in atto i protocolli di sicurezza del Trattato per l’istituzione della Central Asian Nuclear Weapon-Free Zone (CANWFZ): “The SCO confirms the need to launch multilateral negotiations on an international convention aimed at combating acts of chemical and biological terrorism at the Conference on Disarmament” [8].
Per quanto riguarda l’Afghanistan, i paesi membri della SCO, in linea con la comunità internazionale, hanno rinnovato l’impegno a supportare le attività del governo e della società afghana, per ristabilire la pace ed assicurare un percorso di sviluppo sostenibile per il paese. Riguardo alla situazione siriana, è stato invece affermato che sia possibile risolvere la situazione siriana attraverso il dialogo, con l’intenzione di mantenere l’integrità e l’indipendenza del paese. Il neo-eletto presidente kazako Tokayev ha affermato che il proprio governo sia pronto ad aiutare quello siriano, aggiungendo che sia l’Unione Economica Eurasiatica che l’Unione Europea sono partner affidabili della SCO [9].
Al contempo, anche la situazione in Iran è stata acceso argomento di confronto per i leader presenti al summit; infatti, tutti gli stati membri hanno confermato la priorità di implementare l’Iranian Nuclear Deal in maniera effettiva [10]. Il presidente iraniano Rohani ha poi esplicitamente attaccato gli Stati Uniti, dicendo che costituiscono una seria minaccia alla stabilità non solo regionale, ma anche globale [11]. Per quanto concerne invece il critico equilibrio tra l’India ed il Pakistan, sebbene la strada per un riconciliamento delle parti sembri essere ancora molto tortuosa, la Cina ha sicuramente giocato un ruolo da protagonista nel tentativo di modellare un nuovo tipo di relazioni e dialogo tra i due paesi, pur senza aver ancora ottenuto risultati tangibili [12].
In ambito economico, è stata sottolineata l’importanza dell’ampliamento e dell’intensificazione della cooperazione commerciale, dell’apparato finanziario, degli investimenti, trasporti e innovazione, soprattutto quella tecnologica. Infatti, i paesi membri della SCO hanno condiviso la percezione che la World Trade Organization appaia regolata da attività unilaterali e protezioniste, che vanno a ledere sul sistema di commercio internazionale e sull’economia globale in generale [13]. La Russia si è mostrata positivamente interessata a sviluppare l’integrazione tra l’Unione Economica Eurasiatica e il progetto infrastrutturale cinese Belt and Road Initiative (BRI) grazie ad una “open, equal, and creative cooperation in the region [14]” atta a sviluppare una serie di “projects concerning the construction of infrastructure facilities, optical fiber lines and telecom industry, as well as new roads and railway lines to link the participating countries [15].” Effettivamente, lo sviluppo di questa fitta rete di trasporti ha un potenziale benefico molto elevato per tutti i paesi che hanno partecipato al summit; tra questi il Kirghizistan, che ha integrato la BRI all’interno del proprio piano di sviluppo nazionale (2040 National Sustainable Development Strategy) [16], e anche la Bielorussia, ad esempio, si è mostrata estremamente interessata all’integrazione infrastrutturale e dei trasporti multimodali, prendendo anche parte al SCO Agreement on International Road Transportation [17]. Interessante anche l’attenzione rivolta al settore delle telecomunicazioni, di cui si era discusso anche al Forum Economico Internazionale in Russia all’inizio di giugno ed attorno al quale ruota il conflitto commerciale tra Cina e Stati Uniti: “Il peso che la Cina riveste in ambito SCO potrebbe favorire uno schieramento degli altri stati membri dell’organizzazione in favore dell’adozione di sistemi delle telecomunicazioni mutuati da provider cinesi [18]”.
È possibile concludere asserendo che il summit di Bishkek ha rivestito un ruolo importante rispetto ai futuri sviluppi delle relazioni sia a livello regionale che globali, oltre che per quanto riguarda il futuro dell’organizzazione e della comunità di stati che ne fanno parte [19]. L’Asia Centrale riveste, geograficamente e strategicamente, un ruolo fondamentale per la Cina soprattutto alla luce della Belt and Road Initiative. L’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai permetterebbe dunque di controllare gli stati interessati e contemporaneamente contenere i problemi di sicurezza di alcuni di questi paesi, che potrebbero mettere a rischio lo sviluppo effettivo della BRI. La Russia, invece, grazie all’OCS ha l’opportunità di “riequilibrare la sua relazione asimmetrica con la Cina [attraverso un] coinvolgimento cinese all’interno di istituzioni multilaterali [20]”.
Il prossimo anno, la Russia avrà la presidenza dell’Organizzazione e l’incontro dei capi di stato si terrà nel corso del 2020 nella Federazione Russa.